Come si compra nella fase due: Shopping come pratica di Mindfulness
- Posted by Elena Colombo
- covid, mindfulness, pandemia, personal shopping, shopping
Dal 18 di maggio quasi tutte le realtà commerciali hanno alzato le saracinesche e i negozi di abbigliamento sono tornati ad essere il palcoscenico, o i salotti, dello shopping.
Come sono i negozi e come è fare shopping nella prima settimana di apertura post pandemia?
Dipende, da come la prendiamo, da come stiamo e da come ci poniamo.
Ho fatto qualche esperienza sparsa e, a parte gli ingombri di dispositivi di protezione e un po’ di disorientamento iniziale sui comportamenti da tenere, complessivamente le mie avventure sono andate molto bene.
Personalmente mi sono accorta che i negozi sono pronti a riaprire e che ora servano allenamento e collaborazione di commessi e clienti per co-creare nuove modalità di acquisto.
Fare shopping oggi è come praticare Mindfulness: servono presenza nel qui e ora, consapevolezza e responsabilità personale da parte di tutti.
Ecco qualche punto di osservazione e alcuni consigli in pillole, per muovervi nelle nuove modalità comportamentali di acquisto.
- Esperienza dello spazio: i negozi sono da sempre aggregatori sociali, per loro natura creano assembramenti. Anche quando pensiamo che all’interno del negozio siamo impegnati a fare acquisti per conto nostro, in realtà, basta la nostra semplice presenza in uno spazio, unita a quella delle altre persone, per creare uno spazio di azione e per immergersi in un campo di energie, che comunicano e si influenzano tra di loro. A volte si sovrappongono, a volte fluiscono, a volte non vanno d’accordo. Quando parlo di energia intendo dire che lo stato d’animo con cui andiamo a fare shopping può apportare un contributo energetico di un certo tipo o di un altro. Non aspettatevi che siano gli altri a cambiare il vostro mind set, fatelo voi stessi, siete dotati di questo potere personale. Andate a comprare nei negozi se ne avete voglia. Anche se sembra assurdo, sentiamoci grati per poterci di nuovo muovere, prendiamoci cura del nostro benessere, indossiamo un sorriso sotto la mascherina e muoviamoci con l’intento di portare una presenza pulita e buona nei luoghi che visitiamo, perché saremo noi per primi a beneficiarne. Non possiamo aspettarci che siano gli altri a farlo, la felicità è una scelta, non tutti la intraprendono.
- Tempi di attesa: un punto delicato sono i tempi da mettere in conto per gli acquisti. Se in questo momento sono dilatati, ancora prima di iniziare il vostro tour, mettete in conto che, rispetto al passato, nei tempi a disposizione vi sarà possibile acquistare meno cose e visitare meno negozi. Andate per gradi, in modo da non sentirvi frustrati. Appuntate i beni che intendete acquistare, create un giro di visite sostenibile, scrivete una shopping list mirata, seguite le priorità e ammettete serenamente la possibilità di rimandare alcuni acquisti a un altro giorno. Posso naturalmente immaginare la voglia (e in alcuni casi la necessità) di riuscire a comprare ciò che desiderate (magari da tempo) e il desiderio di leggerezza che vorreste legare all’esperienza di acquisto. Ricordate però che, oggi, il tempo ha un valore e un modo di scorrere completamente diverso. Una delle cose buone e trasformanti che il lockdown ci ha portato e insegnato è che non si può correre e affannarsi sempre. Arriviamo da mesi di tempo circolare, rallentato, svuotato di vecchie abitudini e comportamenti di una vita. Ora che tutto riapre ci viene forse naturale ripristinare la vita pre Covid, ma le condizioni esterne sono cambiate e anche noi. Vorremmo partire sparati, ma la meccanica insegna che la partenza passa dalla prima marcia. Rallentiamo. Se è vero che abbiamo riscoperto il gusto di un’esistenza slowly è arrivato il momento di realizzarla davvero una vita slow. Pensare di non avere tempo è una credenza, la verità è che forse mettiamo nel tempo troppe cosa da fare. Valutiamo il tempo a disposizione, selezioniamo le attività importanti e che ci possono stare. Il tempo è un contenitore, oltre a un certo limite non può accogliere.
- Tempi di visita nei negozi: altro nervo scoperto potrebbe essere la sensazione di pressing che sale una volta entrati nel negozio e sentire di dover accelerare, per lasciare velocemente posto a chi aspetta fuori e, in alcuni, si innesta lo stress. Tenete conto che i protocolli di ingresso ai negozi sono omogenei praticamente ovunque: attesa all’esterno e distanziati, rilevamento temperatura, guanti da indossare e da disinfettare. Vi consiglio di approfittare delle pratiche dell’ingresso per chiedere come comportarvi all’interno del negozio. Domandate subito se è possibile provare i capi, se potete richiedere assistenza dei commessi, se i tessuti possono essere toccati senza guanti, in quale parte del negozio si trovano gli articoli che cercate… La chiarezza iniziale (che di questi tempi non è scontata) porta lucidità e direzione, aiuta ad allearsi con il tempo, ad abbreviare la permanenza nel negozio e a contenere lo stress. Per chi volesse godersi lo shopping in santa pace, o non desidera avere persone intorno, consiglio di individuare quei negozi che offrono il servizio di appuntamento privato, per garantire vendita personalizzata e spazi in esclusiva.
- Personale dei punti vendita: amiche e clienti mi hanno raccontato di avere vissuto il personale dei punti vendita come agente “stressogeno”, poiché i venditori erano rigidi, distaccati, nervosi o, al contrario, pronti a confidare al cliente difficoltà e frustrazioni del momento. Io credo che in questa prima settimana possa considerarsi fisiologico. Commessi e venditori sono chiamati a svolgere un ruolo di controllo fino a ieri sconosciuto e a prendersi un carico di responsabilità differente rispetto al passato. I commessi non incontrano semplicemente clienti, ma i vissuti, le storie e le emozioni che le persone hanno attraversato e accumulato negli ultimi mesi. Qualcuno ha avuto paura di ammalarsi, altri hanno salutato familiari e amici, in molti hanno forti preoccupazioni legate al lavoro, alla gestione familiare e al futuro. I commessi passano tutta la giornata in contatto continuo con un campo energetico non sempre leggero. Non so a voi, ma a me basta solo pensare che indossino ininterrottamente mascherina e guanti per tutte le ore di servizio per vederli come super eroi e per comprenderli.
- I dispositivi di sicurezza: il vero dramma dello shopping (almeno per me) sono i guanti. Annullano la possibilità di conoscere con il tatto la consistenza, la tipologia e la qualità del tessuto e complicano azioni di base come maneggiare oggetti, estrarre i soldi o la carta di credito dal portafogli, aprire zip, allacciare bottoni… sono sempre troppo scivolosi o appiccicosi. E’ come non avere mani prensili e sentirsi impacciati. Alcuni negozi dispongono di guanti a cinque dita, altri di sacchetti di copertura da infilare. Il consiglio è di arrivare muniti di guanti in lattice personali da igienizzare in negozio. In alcuni punti vendita mi hanno permesso di effettuare la prova dei capi senza guanti, disinfettandomi le mani prima dell’ingresso nel camerino. Chiedete sempre ai commessi come dovete comportarvi per le prove.
- Social distancy, giudizio e pratiche di Mindfulness: in molti si lamentano del poco rispetto del distanziamento. Siate presenti a voi stessi quando siete nei negozi. State centrati in voi e governate i vostri comportamenti. Guarite il tempo stando concentrati sui vostri obiettivi di acquisto, rispettate la social distancy, anche se gli altri non lo fanno. Partite dal presupposto che, indipendentemente dal Covid, ognuno di noi ha un senso della prossemica naturale. Esistono persone che non tollerano la vicinanza e altre che accorciano le distanze. Per queste ultime non sempre viene immediato stare nella social distancy. Invitiamole noi stessi a farlo, ma, vi prego, con gentilezza. Non sprecate energie a osservare e giudicare ciò che fanno o non fanno gli altri. Siate voi l’esempio. Ogni volta che vi sentite infastiditi per il comportamento di qualcuno, riposizionatevi pazientemente nello spazio, ristabilite i confini, sorridete, proseguite con i vostri acquisti. Respirate e godetevela.
Al di là di questi intuitivi consigli, se mi chiedeste che cosa possa veramente fare la differenza nel nuovo shopping, io vi risponderei: praticare atti di gentilezza e sorridere a profusione.
La bontà di un’esperienza di shopping dipende, in primis, dal nostro stato d’animo, dal nostro modo di relazionarci con gli altri e di vedere il mondo.
Non aspettiamoci che siano gli altri a essere gentili e positivi con noi.
La gentilezza e la positività vanno praticate, prima di essere pretese.
Mai come in questo momento ci viene richiesto di attivare responsabilità e potere personali.
Il sole sorge ogni giorno senza domandarsi se farlo o meno e tutti godiamo della sua luce.
Allo stesso modo noi possiamo sorridere a profusione, perché il sorriso è contagioso ed è l’arma più potente a nostra disposizione, in ogni momento della vita.
Il sorriso è una droga naturale e positiva per corpo, anima e spirito.
Se non mi credete, o avete obiezioni da pormi ci sto, ma, prima, pensate a cosa succede dentro di voi, nei pensieri, nel cuore e nel corpo, ogni volta che incontrate il sorriso di un bambino.
Buono shopping e… fatemi sapere come è andata
Elena
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